CAMPANIA OLTRE

È un manuale che fa fronte alle esigenze delle persone con disabilità visive ed ha lo scopo di formare operatori socio-sanitari al superamento delle barriere sensopercettive.

DISABILITÀ VISIVA

La disabilità visiva è molto complessa. La legislazione italiana ci viene in aiuto definendo in maniera schematica le minorazioni visive. La legge 3 Aprile 2001 n. 138 stabilisce le differenze tra cieco totale, cieco parziale e ipovedente.

Il cieco totale è :
  • Colui che ha totale mancanza di vista in entrambi gli occhi;
  • Colui che ha la mera percezione dell’ombra e della luce o del movimento della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore;
  • Colui il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3 per cento.
Il cieco parziale è :
  • Colui che ha quasi del tutto perduto la vista ed ha un residuo visivo non superiore ad 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore;
  • Colui il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10 per cento.
Si definiscono ipovedenti gravi :
  • Coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
  • Coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30 per cento.
Si definiscono ipovedenti medio-gravi :
  • Coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
  • Coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 50 per cento.
Si definiscono ipovedenti lievi :
  • Coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
  • Coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 60 per cento.

Al mondo esistono sempre più ipovedenti rispetto ai ciechi, con un rapporto di almeno 5 a 1. In Italia, le stime parlano di 362mila persone non vedenti e di quasi 1milione e mezzo di ipovedenti.
I dati fin qui esposti ci fanno comprendere la complessità del problema, la varietà delle condizioni che caratterizzano le persone con difficoltà visive e l’importanza di elaborare e realizzare misure per migliorare la qualità della vita.

GLI AUSILI

Per ausili si intendono tutti gli strumenti e le tecnologie compensative atte a migliorare l’autonomia del movimento e nella comunicazione. In generale ogni persona cieca o ipovedente porta con sé gli strumenti e le tecnologie che ritiene più utili

Gli ausili personali:

Il cane guida: l non vedente può entrare con il suo cane guida in qualsiasi luogo aperto al pubblico, in quanto il cane è un compagno indispensabile alla sua autonomia e questo legame inscindibile è riconoscibile dalla legge n.34 del 1974 modificata dalla legge n. 60 del 2006. La responsabilità conseguente ad azioni che possono compiere i cani guida non ricade su chi accoglie gli stessi. I cani guida sono animali addestrati, mansueti, abitudinari e fedeli agli ordini del padrone. Il cane è stato addestrato ad eseguire solo i comandi impartiti dal proprio conduttore; è quindi bene non impartire comandi al cane se non si è il conduttore. Soltanto nei momenti di fermo o riposo, con il consenso del conduttore, è possibile familiarizzare con il cane.

-Cosa fa un cane guida? Il cane viene educato a identificare gli ostacoli, le buche, i gradini nel traffico urbano; quindi si ferma per indicare un punto pericoloso che richiede attenzione e guida il non vedente nel tragitto da compiere. Il cane non è in grado di distinguere il colore rosso; per superare gli incroci con semaforo deve quindi imparare a seguire il senso del traffico cittadino. Viene inoltre abituato a salire sui mezzi di trasporto, a riconoscere i posti liberi e a muoversi negli uffici pubblici. Nei luoghi abituali e in casa il cane viene addestrato al riconoscimento dei percorsi in modo da assicurare al padrone, un valido aiuto.

Il bastone bianco: L’uso del bastone bianco è il segno di riconoscimento delle persone cieche. La lunghezza del bastone deve essere proporzionata alla statura ed al passo del non vedente. Essa varia da un minimo di 90 a un massimo di 150 cm. Questa lunghezza è proporzionata all’altezza del non vedente, serve per avere una buona arcata di oscillazione e di conseguenza di esplorazione. Per ottenere una buona esplorazione, il cieco procede con passo alternato, ovvero passo in avanti con gamba destra e contemporaneamente oscillazione del bastone lato sinistro e viceversa. La punta del bastone, che può essere riga (pencil) o rotante (roller), è molto importante ed aiuta nell’orientamento, ad esempio in uno spazio ampio è possibile ri-orientarsi sbattendo il bastone più forte al suolo, avendo una risposta acustica dall’ambiente.

Il telefono cellulare: Il telefono cellulare, per un disabile visivo, rappresenta un indispensabile supporto per la propria autonomia e sicurezza. Le sintesi vocali permettono la gestione autonoma di tutte le funzionalità dei cellulari; una voce elettronica infatti legge all’utente tutto ciò che viene visualizzato sul display garantendogli così la possibilità di utilizzare la rubrica per richiamare un contatto e attivare una telefonata, gestire la messaggistica, l’orologio, la sveglia, ecc. Esistono inoltre, applicazioni dedicate alle persone ipovedenti, che permettono l’ingrandimento delle scritte che compaiono sul display del telefono cellulare.

Gli ausili non personali:
Insegne parlanti: Esistono vari modelli di “insegne parlanti” ad infrarossi o radio. La finalità è quella di unire all’insegna visiva, identificativa di un luogo(albero, ristorante, guardaroba, ufficio, direzione, ecc.) un messaggio vocale all’insegna. È lo stesso principio dell’informazione anche sonora che annuncia le fermate nella metropolitana o sui bus o negli ascensori. Le insegne parlanti richiedono un’alimentazione dalla rete elettrica e sono facilmente installabili da qualsiasi elettricista. Il congegno è di dimensioni ridotte. A seconda della necessità è possibile prevedere la semplice ripetizione di un messaggio breve(ristorante, banca, ecc.) O di un messaggio più articolato, caricabile da file audio attraverso porta USB (per esempio per illustrare i contenuti di una sala museale). Questi oggetti, facilmente evitabili dal cliente dotato di vista, diventano un pericolo per clienti con disabilità visiva, a meno che non ci sia una mappa tattile all’ingresso che descriva il percorso da fare. Difficoltà nelle operazioni di pagamento in contanti o con carta. In entrambi i casi aiutate il disabile visivo in maniera discreta. Ad es. : se pagherà in contanti, non chiedetegli di maneggiare il suo portafoglio, avrà bisogno di qualche secondo in più per contare i soldi ed in caso di dubbi vi chiederà conferma dei tagli. Nel dare il resto sarà gradita la divisione dei tagli precisi. Nel caso di pagamento con bancomat non dovete farvi dare il PIN, ma porgere la tastiera del pos, in ogni caso riassumete lo scontrino a voce, se il pagamento richiede la firma, porgete una penna nella mano del cliente e accompagnatela sul punto giusto per la firma stessa.

PRASSI DELLA BUONA ACCOGLIENZA

Il cieco o ipovedente è un cliente/utente come tutti quanti gli altri; domandate cosa desidera, ascoltate le Sue richieste, rivolgetevi sempre a lui anche se è accompagnato. Offritegli il vostro aiuto, sarà lui che deciderà se accettarlo oppure appoggiarsi all’accompagnatore. Se non conoscete ancora il suo nome toccatelo leggermente per fargli capire che vi state rivolgendo direttamente a lui. Altrimenti chiamatelo per nome, in modo da non creare dubbi in chi ascolta. Lo stesso vale per la conversazione con una persona ipovedente; non fatevi ingannare dalla sua disinvoltura, spesso non percepisce la mimica del volto dell’ interlocutore e neanche i gesti della mano. Quindi quando parlate siate chiari con le parole, senza ammiccamenti e sottointesi non verbali. Con tutte le persone che hanno difficoltà di vista si deve parlare: a nulla vale il più delizioso dei sorrisi ed il cenno del capo. Fate sempre capire al vostro interlocutore se lo lasciate o se ritornate: niente è più imbarazzante e seccante di parlare nel vuoto. Quando incontrate una persona cieca e sentite il bisogno di aiutarlo, avvicinatevi con garbo, sapendo che un non vedente che si trova in difficoltà non rifiuterà il vostro aiuto, ma consapevoli anche del fatto che se quel cieco è riuscito ad arrivare fino a lì, significa che, come minimo sa muoversi da solo.
Consigli utili:

Al bar o al ristorante: l barista o il ristoratore potranno migliorare il loro servizio nei confronti di un cliente cieco o ipovedente con queste semplici prassi: 

SALUTARE il cliente al suo ingresso nel locale, per orientarlo e fare in modo che si diriga verso di voi;
SPIEGARE che state servendo altre persone e che sarete da lui non appena liberi;
ILLUSTRARE le varie offerte per un aperitivo o spuntino che il vostro locale può offrire.
La tazzina di caffè va appoggiata davanti al cliente, provocando un leggero rumore, avvicinando quanto più possibile il piattino. “Gradisce lo zucchero o il dolcificante? Le metto la bustina sul piattino a destra della tazzina.” Non offritegli di girare lo zucchero nel caffè. Se il cliente ha già la mano sul bancone o sul tavolino avvicinate gli oggetti utili sfiorandogliela. Al ristorante fornite un tavolo vicino alla cassa non lontano dall’ ingresso e che consenta di raggiungere i servizi igienici facilmente. Per indicare le posizioni non dite mai “Là c’è il tavolo; qui c’è il bagno.” Ma bisogna essere precisi: “ Davanti a lei c’è un tavolo, alla sua sinistra a 3 metri c’è la porta del bagno.”

Se una persona cieca vi chiede di accompagnarla alla toilette, non createvi complessi. Accompagnate la persona cieca alla porta del bagno ed entrate insieme ad essa. Mentre fate in modo che si avvicini al WC fino a farglielo toccare con una parte del corpo(probabilmente una gamba o un piede) gettate velocemente uno sguardo per vedere se è pulito e dichiaratene le condizioni. Poi indicate dove si trova la carta igienica e come si fa ad azionare lo scarico; se il lavandino è all’interno mostrateglielo, insieme al sapone e all’ asciugamano(illustrando anche i rispettivi meccanismi di funzionamento). Se avete tempo aspettatelo all’ esterno, soprattutto se lavandino ed accessori sono nell’antibagno. Non è il caso di far entrare a tutti i costi una persona non vedente in un bagno attrezzato per disabili motori. Maniglioni e assi speciali non servono a una persona che ci vede poco o nulla. Usate tanto tatto quanto voi stessi vorreste che gli altri usassero nei vostri confronti. Le difficoltà trovano una soluzione se alla porta del bagno viene installata una mappa tattile(20×30) che descrive dove sono collocati i servizi igienici.

Prendere un mezzo di trasporto pubblico: Se siete autista di un bus o di un tram di linea, sappiate che la persona non vedente o ipovedente di solito attende il mezzo in testa per salire nelle vicinanze del conducente. Infatti egli vuole avere la certezza, dopo la sua salita, di avere un interlocutore competente a cui chiedere informazioni. Quindi l’autista deve, al bisogno, nel limite delle sue funzioni di guidatore, dare aiuto e informazioni sulla destinazione e sulle fermate. Nelle stazioni ferroviarie principali – non in tutte e solo su prenotazione – c’è un servizio di assistenza disabili di supporto per tutte le operazioni che riguardano la salita, la discesa e la fase di cambio treno durante il percorso. Nei confronti di una persona non vedente o ipovedente che non può individuare una divisa è bene presentarsi in modo più completo e non con il semplice “ Biglietto!”. Per sollecitare la persona non vedente ad una interlocuzione spesso si rende necessario un piccolo tocco. E se avete richiesto l’esibizione del titolo di viaggio abbiate la pazienza di aspettare che la ricerca e l’estrazione del suo luogo di conservazione venga compiuta senza lasciare la persona frustrata a metà dell’ operazione: “ Si, si va bene, lasci stare!” . È tremendamente seccante. Poiché i treni raramente hanno annunci vocali, offritevi di informare il viaggiatore quando si sta raggiungendo la stazione di destinazione. Giunti in stazione aiutatelo nella discesa, soprattutto perché questi potrà trovarsi in difficoltà nell’aprire le porte, che sempre più spesso devono essere azionate attraverso la pressione di tasti di difficile individuazione o peggio di tipo digitale(e quindi a filo carrozzeria) senza nessun rilievo che consenta di percepire il punto di pressione. La discesa è un momento di grande ansia, per la preoccupazione di non poter completare le operazioni in tempo: un’offerta di aiuto sarà sempre gradita.

Prendere Taxi: Se siete un taxista che ha risposto ad una chiamata, sopraggiunti al punto di pick-up del cliente dovete scendere e farvi riconoscere come taxista e accompagnarlo allo sportello posteriore della vostra vettura, precedendolo di poco. Offritegli il vostro braccio ed aprire lo sportello, potete appoggiare la sua mano sul bordo superiore della portiera. Il cliente entrerà per primo, il cane dopo e si sistemerà ai piedi del cliente. Quando tutto è sistemato chiudete voi la portiera. Al momento di far scendere un cliente è cosa gradita non abbandonarlo al lato della strada. Chiedete se gradisce essere condotto fino all’ingresso della sua destinazione. In caso negativo non siate tentati di fare comunque “l’angelo custode” seguendolo di soppiatto e pensando che il cieco non se ne accorga. L’intenzione è ammirevole, ma sareste sicuramente inopportuni: è evidente che la persona si sente sicura e non ha bisogno di aiuto.

L’albergatore: La possibilità di attrezzare il proprio hotel con mappe tattili consente ai non vedenti ed ipovedenti di avere informazioni relative ai servizi offerti dalla struttura, di muoversi in modo autonomo al suo interno. Le mappe, potrebbero descrivere in sintesi gli elementi presenti negli spazi strategici in cui sono state collocate. Innanzitutto negli spazi privati e cioè nelle camere, le mappe tattili segnalano la struttura della stanza e dei comfort che offre. Posta nella camera da bagno, essa indica la disposizione degli igienici, ma installate alla reception dell’hotel descrivono il percorso per arrivare all’ascensore, agli spazi comuni, alla sala ristorazione. Il turista con bisogni speciali è un cliente con esigenze. Innanzitutto ha la necessità di reperire informazioni attendibili. Evitate quindi di dichiarare una generica e vaga accessibilità, ma fornite, a richiesta, risposte chiare, precise ed adeguate. L’accessibilità del locale o dell’albergo non è, di per sè, motio di vacanza. Nello scegliere
la propria vacanza, questa nicchia di mercato, si muove esattamente come i normali turisti, ossia seguendo delle aspirazioni, passioni, curiosità, predilizioni e disponibilità economiche. Sono persone che hanno interessi culturali, storici, eno-gastronomici, sportivi che non si muovono esclusivamente in funzione dell’accessibilità del luogo. Adattando i vostri locali avrete migliorato la qualità oggettiva del servizio ma avrete automaticamente conquistato una nuova fetta di mercato. Bisogna parlare di turismo accessibile e di ospitalità per tutti. Un cliente non vive la sua vacanza solo in albergo ma in un contesto più ampio e variegato. Il sistema turistico è costituito dall’offerta del ristorante, dei cinema, dei musei, delle spiagge, della fruibilità dei mezzi di trasporto locali e dalla qualità della mobilità urbana( percorsi urbani, parcheggi, ecc.) Quando tutti questi servizi sono accessibili a tutti, abbiamo realizzato un “sistema ospitale”. L’accessibilità non è solo rispetto della normativa. La normativa dà
indicazioni di minima o di massima che, se ben interpretate, possono migliorare la qualità dell’accessibilità. Passare dalla camera dei “ disabili” alla camera fruibile da tutti. L’estetica non è un optional: la camera accessibile deve rispettare la qualità estetica di tutto l’albergo e non deve essere la brutta (ma nemmeno la bella) copia di una camera d’ospedale. Se ben progettata e realizzata, una camera deve poter essere utilizzabile da tutti, anche da clienti con disabilità.

Design for all: Il Design for All è la progettazione accessibile che si rivolge alla diversità umana, all’ inclusione e all’ uguaglianza. È un modo di ideare spazi ed oggetti che consente a tutti di accedere con pari opportunità alla società. Il principio di ottimizzazione dei costi è proprio di questa filosofia, che riduce le spese di realizzazione e gestione perché si rivolge ad un utenza il più possibile, ampia. Essa può contribuire alla soluzione degli attuali problemi economici nel momento in cui si avvia una processo di trasformazione dell’ambiente costruito e si implementano nuovi servizi. La progettazione accessibile aiuta ad ampliare l’arco delle possibilità di fruire di spazi, servizi ed attrezzature. Quando la progettazione accessibile viene interpretata in una logica di Design for All o Universal Design, si ottengono ulteriori benefici, poiché si amplia la fascia dei potenziali utilizzatori. Le persone condisabilità, anziani, famiglie con bambini o persone con esigenze speciali, sono consumatori a tutti gli effetti e rappresentano importanti segmenti di mercato.

Mappa Tattile: È una rappresentazione in rilievo, studiata per favorire l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo a chiunque ed in particolare a persone non vedenti ed ipovedenti. Per essere d’ ausilio agli ipovedenti, deve essere realizzata utilizzando, per le scritte ed i rilievi, colori fortemente contrastanti con quelli del fondo. La Mappa tattile si intende quindi come strumento utile per favorire l’accessibilità e la fruibilità di luoghi pubblici o aperti al pubblico. Ai sensi del D.P.R. N.503 del 24 Luglio 1996. Una mappa tattile viene in genere realizzata utilizzando una lastra di materiali tra i più diversi come alluminio, plastica, pvc, ottone, ecc., Sulla quale sono riportate alcune informazioni che aiutano chi non vede o vede poco a muoversi autonomamente nei luoghi che non conosce. Le informazioni, in alcuni casi, possono limitarsi ad indicare la direzione da seguire per raggiungere un determinato punto, in altri casi costituiscono una rappresentazione, completa o parziale, della struttura che ospita la mappa stessa: strada, scuola, aeroporto, stazione ferroviaria, ecc. La dimensione di una mappa tattile varia a seconda della quantità di informazioni da inserire al suo interno, delle necessità tattili ed esplorative di chi dovrà consultarla, e dello spazio disponibile nel luogo in cui verrà collocata.

Cosa contiene una mappa tattile? Nelle mappe tattili si trovano diversi tipi di elementi:

– Schematizzazioni di percorsi e luoghi;
– Scritte in braille ed a rilievo;
– Scritte a caratteri ingranditi ed in forte contrasto cromatico con il fondo per ipovedenti;
– Simboli che indicano l’ubicazione di elementi architettonici, dell’arredo urbano e/o dei servizi presenti nei luoghi rappresentati.

La mappa tattile deve sempre essere raggiungibile con i metodi utilizzabili da un disabile visivo; ciò vuol dire che ci dovrebbe sempre essere un segnale tattile(percorso a pavimento) oppure una guida naturale (parete, siepe o altro) che conduce a quel punto. Il “Sei qui”, rimane sempre il riferimento principale.

Percorso Tattile: Una speciale pavimentazione tattile a rilievo grazie alla quale i disabili visivi acquistano una totale autonomia negli spostamenti.

Come Funziona? Esso fornisce informazioni direzionali e avvisi situazionali attraverso quattro differenti canali:
– il senso cinestetico e quello tattile plantare;
– il senso tattile manuale (attraverso il bastone bianco);
– l’udito.
Fornisce informazioni acustiche provenienti dalla punta del bastone o dalla suola della scarpa, in conseguenza della differente risposta sonora prodotta dal materiale costituente il percorso guida rispetto alla pavimentazione circostante.
– il contrasto cromatico e di luminanza.
Fornisce informazioni visive, grazie al contrato cromatico e di luminanza tra il percorso e l’intorno e tra i diversi elementi indicatori del percorso stesso, a beneficio degli ipovedenti

Accessibilità e barriere sensoriali

Nella vigente legislazione, D.P.R 24 Luglio 1996 n. 503, per barriere architettoniche si intendono:
– gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;
– gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti;
– la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e, in particolare, per i non vedenti, gli ipovedenti e i sordi.

Barriere architettoniche e barriere percettive: Per barriera architettonica si intende anche la barriera percettiva. La norma evidenzia inoltre come le barriere architettoniche possono e devono essere considerate come un ostacolo per chiunque e quindi non solo per le persone con disabilità, ma anche per tutti i potenziali fruitori del Bene.

Di recente, la necessità di superare le barriere percettive nei luoghi di interesse culturale, ma anche negli ambiti urbani, è stata ribadita dal Decreto Ministeriale del 28 Marzo 2008 “Linee Guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale”. Le “Linee Guida” affrontano dettagliatamente il tema delle barriere percettive, arrivando a dimostrare concretamente che quanto previsto dal Decreto n. 503 del 1996 è consentire a tutti, una prima accessibilità in ogni luogo come quelli d’interesse culturale. Al concetto di accessibilità, di uno spazio o di un’informazione, si collega l’importante tema della tutela dei diritti e delle pari opportunità per le persone con disabilità, affrontato dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2007, ratificata dal Nostro Paese con la legge n. 17 del 2009. Il tema dell’accessibilità deve essere pertanto affrontato non solo in termini prescrittivi, così come indicato dalla normativa, ma anche e soprattutto in termini di diritti e di pari opportunità di tutte le persone alla piena partecipazione sociale.

Barriere percettive: Per un cieco o un ipovedente il problema non è tanto quello di eliminare i gradini o gli ostacoli, quanto quello di segnalarli. L’accessibilità per un disabile visivo implica un’accoglienza fatta di comunicazione, di descrizione dei luoghi, di segnalazione dei percoli, di individuazione di percorsi e servizi; in sintesi, di incremento della comunicazione. Per questo possiamo definire le barriere percettive come barriere della mobilità, intendendo come mobilità la capacità o abilità a muoversi autonomamente in ambienti familiari e sconosciuti con la massima sicurezza. Le persone con disabilità visiva, non potendo contare su un approccio cognitivo basato su “uno sguardo e via”, si avvalgono di tutti gli ausili per creare l’immagine ambientale, costruendo una mappa
mnemonica organizzando gli stimoli percettivi di tipo uditivo, olfattivo, tattile, cinestesico, termico e visivo. Tra gli strumenti attualmente a disposizione di grande utilità per favorire la mobilità e la conoscenza dei luoghi, ci sono le mappe tattili: ideali per la loro praticità il cui costo non è eccessivo.

Fruibilità di beni e servizi: La legislazione ha inizialmente distinto gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche fra quelli da eseguire in edifici privati, in edifici privati aperti al pubblico e in edifici pubblici. Per quanto riguarda gli edifici privati, i requisiti che di volta in volta devono essere soddisfatti, variano in considerazione delle diverse tipologie e delle attività che esso ospita.
Per gli edifici privati, quelli di edilizia residenziale pubblica e quelli aperti al pubblico si applicano le disposizioni normative dettate dal Decreto Ministeriale n.236 del 1989, che stabilisce i “criteri generali di progettazione” e i “i tre livelli di qualità dello spazio costruito”: accessibilità, visibilità e adattabilità. Per accessibilità – alto livello di qualità – si intende la possibilità di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruire di spazi e attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia.
Per visibilità – livello limitato di qualità – si intende la possibilità di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità. Sono spazi di relazione gli spazi di soggiorno o pranzo dell’alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio ed incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con la funzione ivi svolta. Per adattabilità – livello ridotto di qualità – si intende la possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile.

 

LE DIFFICOLTA’ DEL NON VEDENTE

L’ 80% della conoscenza passa attraverso l’elaborazione della vista. Il non vedente può accedere al 20% residuo, datogli dall’udito, dal tatto e dalle percezioni degli altri sensi. Il cieco ha molte difficoltà a muoversi in ambienti urbani e interni. Il mondo è pieno di ostacoli anche pericolosi. Ciò non toglie che la persona cieca, sia essa in tale situazione dalla nascita o per un incidente o malattia successiva, abbiamo frequentato corsi di orientamento e mobilità, che l’hanno posta in condizione di essere autonoma nel quotidiano. Tali tecniche di orientamento comprendono l’uso del cane guida oppure del bastone bianco. Inoltre il cieco tende a seguire nei suoi spostamenti le cosiddette “guide naturali”. Di solito il non vedente si fa una mappa cognitiva mentale dei luoghi cercando di estrapolare le informazioni dai sensi residui ed ottiene un orientamento sufficiente a raggiungere la sua meta. La mappa mentale può essere costruita attraverso la conoscenza diretta di un luogo oppure attraverso l’esplorazione tattile di una MAPPA in rilievo. Le difficoltà si possono riassumere nei seguenti punti:
– difficoltà nell’utilizzare i mezzi pubblici;
– difficoltà nel varcare la soglia di uno spazio non conosciuto(hotels, centri polidiagnostici, cliniche, palestre e piscine comunali, segreterie, scuole, caserme). Non è sempre facile individuare la reception o il luogo dove fermarsi, a meno che non venga un addetto ad accogliere il cliente/ utente. Sarebbe inoltre opportuno eliminare dal percorso gli ostacoli che si frappongono fra il cliente e la zona reception. Spesso, infatti, si posizionano su questo percorso espositori come totem pubblicitari, display, per fornire informazioni.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Questo non è altro che l’art.3 della Costituzione Italiana; un articolo che esplicita al meglio quelli che sono i diritti di tutti, e sottolineiamo di “TUTTI” i cittadini della repubblica Italiana. Tra questi c’è sicuramente il diritto alla mobilità autonoma che deve essere garantito dalle nostre istituzioni. Purtroppo, troppo spesso, nonostante la legislazione imponga determinate prescrizioni, strade, piazze, edifici pubblici ecc… Non consentono ad un disabile di muoversi autonomamente. Con questo vademecum proviamo a far comprendere quali sono le difficoltà e le potenzialità di un disabile visivo, oltre a dare un supporto ulteriore a tutti coloro che si accingono a programmare e progettare adeguamenti atti ad eliminare le barriere senso – percettive. L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con i suoi tecnici e con le sue competenze offre il supporto alla progettazione e la consulenza in maniera assolutamente gratuita. In cento anni di storia tante sono state le conquiste, ma soltanto con il raggiungimento dell’autonomia, i disabili visivi potranno essere davvero inclusi a pieno nella società. Da parte nostra è doveroso ringraziare Fernando Caprino che con la sua equipe ha messo a disposizione tante competenze in favore del nostro sodalizio.


Il Presidente Regionale UICI
Dott. Vincenzo Massa

Il Presidente UICI di Napoli
Dott. Mario Mirabile